Nicola Lo Bianco
- 06/10/2020 18:34:00
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Giuseppina Bosco ha la non comune virtu’ di cogliere, anche nelle opere di epoche lontane, gli aspetti più attuali, più vicini alla nostra esperienza e sensibilità. E’ il caso di questo suo scritto dedicato all’ultimo romanzo di Dacia Maraini, TRIO, dove si sottolineano le analogie della epidemia del 1743 a Messina e la pandemia di cui giorno dopo giorno facciamo esperienza oggi . Ma questa è, come prontamente esplicita la Bosco, l’atmosfera, l’ambientazione, lo sfondo, ché , come è di tanti altri romanzi della Maraini(nell’articolo, ad es. , si cita “La lunga storia di Marianna Ucria”) , la tematica è di risvolto morale e sentimentale,e non storica. Difatti, l’articolo mette bene in luce che il romanzo intende raccontare del valore “amicizia”, cioè dell’amicizia fra due donne e dell’amore per lo stesso uomo. Ma, in questo caso, ed è l’originalità della vicenda narrata, non è la gelosia, ma l’amicizia a prevalere , pur di fronte all’uomo che è marito dell’una e amante dell’altra. Ed è propriamente l’amicizia fra le due donne che conduce al manifestarsi della fragilità e della debolezza dell’uomo. Insomma, come è tema corrente oggi, l’uomo ne esce malconcio, mentre più si fa forte la solidarietà e, uso il termine della Bosco, la “sorellanza” fra le due donne. Insomma, non un semplice articolo, un piccolo breve saggio, questo di Giuseppina Bosco, che con la sua chiara e accorta lettura critica, ci persuade a leggere il romanzo. Breve saggio, che, a mioo avviso, potrebbe essere gradito alla stessa Dacia Maraini Nicola Lo Bianco
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